« I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero "di sinistra"; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un'alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio »

sabato 23 aprile 2011

DAL BLOG DEL SEGRETARIO STORACE

un solo commento: orgoglioso di avere un segretario così


Bisogna cambiare la legge sul 150 dell’Unita’ d’Italia. Non perche’ lo chiede la Lega; non perche’ altrimenti escono fuori nuovi manifesti di Lassini; ma semplicemente perche’ si “rischia” di celebrare il fascismo… E’ quello che pare di capire dalle grida ipocrite di un branco di autentici incolti a cui hanno regalato la laurea in antifascistologia. Pretendono che si parli di 130 anni celebrandone 150, cancellando i 20 anni del fascismo. Si credono molto intelligenti e pensano che nessun italiano conosca Faccetta Nera, che canticchiarla sia un crimine degno della pena di morte. E allora perche’ non cancellate la previdenza sociale, perche’ non buttate giu’ l’urbanistica dell’Eur e non radete al suolo Latina e le citta’ di Fondazione…. Non c’é bisogno di essere fascisti per guardare senza manicheismi a tutta la storia nazionale, con le sue luci e le sue ombre; c’è necessita’ di essere cretini per tappare la bocca a chi pone domande. 130 anni non sono 150 e ci fa pena chi ne elimina 20. E’ storia d’Italia. E’ illusorio pensare di cancellarla. Leggo i libri di De Felice e Pansa e mi chiedo se il 25 aprile e’ stato solo democrazia. Quanti lutti in tuo nome… Non ci sono italiani che non credono nella democrazia. Finisca la retorica

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